giovedì 1 dicembre 2016

giovedì 20 ottobre 2016

Approvata legge caporalato. Don Luigi Ciotti: Un passo in avanti fondamentale

"Un passo in avanti fondamentale, un provvedimento necessario che va a colmare una lacuna dell'attuale legislazione italiana sul caporalato. Oggi il fenomeno del caporalato e dell'intermediazione illecita di manodopera non riguarda solamente alcuni territori del Sud ma è in crescita ed è esteso ormai in tutta Italia. I numeri e le storie di negazione della dignità delle persone - contenute nei rapporti annuali sulle agromafie - impongono uno scatto in più da parte di tutti. La riforma approvata compie dei passi in avanti notevoli perchè rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca dei beni accumulati illecitamente .Per la prima volta, inoltre, si estendono le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato. considerata la omogeneità dell'offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro. Le vittime sono però non solo persone migranti (come il giovane albanese Hiso Telaray) ma anche donne italiane come Paola Clemente, la bracciante di 49 anni morta nei campi il 13 luglio dello scorso anno mentre era al lavoro in un vigneto ad Andria.

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lunedì 29 agosto 2016

Mafia, 25 anni fa l’omicidio di Libero Grassi. Palermo lo ricorda

Oggi cerimonie a Palermo in ricordo dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso da cosa nostra 25 anni fa perché si ribellò al racket del pizzo. Stasera su Rai Uno la docufiction "Io sono Libero"
 
 
29 agosto 2016 Alle 7.45, in via Alfieri a Palermo, si è tenuta una cerimonia per ricordare Libero Grassi, l'imprenditore assassinato venticinque anni fa da cosa nostra perché si ribellò al racket del pizzo. Alla commemorazione ha partecipato anche il presidente del senato Pietro Grasso, insieme e ad altre autorità politiche e militari. Attorno alle 10.30 si è svolta la cerimonia di intitolazione del giardino di piazza Caboto alla vedova Pina Maisano, scomparsa a 87 anni lo scorso giugno. Stasera alle 21, nell'atrio della biblioteca comunale di Casa Professa, sarà proiettata la docufiction "Io sono Libero", che verrà trasmessa in contemporanea su Rai Uno. 
 
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venerdì 29 luglio 2016

Mafia, le commemorazioni di Rocco Chinnici a 33 anni dalla strage



PALERMO. Palermo oggi ricorda il giudice istruttore Rocco Chinnici, i carabinieri della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta ed il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi, nel 33esimo anniversario della strage mafiosa messa a segno il 29 luglio 1983 nel capoluogo siciliano con un'auto bomba.

Le commemorazioni si sono aperte con la tradizionale deposizione della corona di fiori sul luogo della strage. Presenti, come si vede dalle immagini video, Caterina Chinnici, il questore di Palermo, Guido Longo, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone.

Nell'Aula magna del Tribunale di Palermo, alle ore 10:30, l'incontro sul tema: «Gli strumenti di lotta al terrorismo e ai suoi collegamenti con le mafie nella nuova normativa europea che sta nascendo».
-«La democrazia italiana deve molto a Rocco Chinnici. Il suo sacrificio non sarà mai dimenticato, così come il sacrificio dei cittadini onesti e dei servitori dello stato che la mafia ha strappato
all'affetto dei propri cari e al lavoro per il bene comune». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato a Giovanni Chinnici, Presidente della Fondazione Rocco Chinnici.

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venerdì 22 luglio 2016

Libera e Camera di commercio per le vittime di usura: “Anche a Novara serve un centro di ascolto”

Undici novaresi si sono rivolti allo sportello di Torino: “Ora ne serve uno anche qui”


Novara
Ci sono le grandi inchieste, con arresti e sequestri, ma anche piccoli episodi di estorsione, prestiti di denaro da restituire a caro prezzo, «reati spia» che se collegati raccontano di un fenomeno più esteso, ampliato dalla crisi economica, dalle difficoltà di aziende e famiglie, anche nel Novarese: «Allo sportello Sos Giustizia di Torino in tre anni ha ascoltato oltre 300 persone, di queste undici erano novaresi» ha raccontato Mattia Anzaldi, referente novarese di Libera, all’incontro con cui l’associazione per la legalità e la Camera di commercio hanno fatto il punto sulle attività di contrasto all’usura sviluppate in provincia.

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Inchieste e vie d’uscita: così Libera spiega l’usura nel Novarese



giovedì 21 luglio 2016

"Falcone e Borsellino, il loro sacrificio per un mondo libero dalla paura"



Milano, 19 luglio 2016 - Commemorazione del 24° anniversario della morte di Paolo Borsellino e delle stragi di Capaci e di via D'Amelio in via Benedetto Marcello, davanti all'albero "Falcone e Borsellino" e al cippo dedicato ai due magistrati. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni comunali e regionali, presenti anche numerosi ragazzi dei campi estivi dell'associazione Libera.
Per il vicesindaco Anna Scavuzzo, "è un anniversario che non smetteremo mai di ricordare, per lottare per un mondo libero dal ricatto e dalla paura. Quelle stragi furono un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata da parte dello stato. Anche Milano fu vittima della violenza e da allora è chiaro a tutti che la lotta contro le mafie riguarda l'Italia intera".

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venerdì 1 luglio 2016

Palermo, “No mafia memorial”: un laboratorio per ricordare


Katya Maugeri

La memoria diventa un percorso da intraprendere per informare, ripercorrendo le radici di una realtà intrisa di orrore, quella mafiosa, protagonista di un progetto ambizioso: nasce a Palazzo Gulì a Palermo, “No mafia memorial”: un laboratorio memoriale della lotta alla mafia, istituito dal Comune su un progetto del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, con partner Rai e Banca Etica.

Il progetto è stato presentato ieri all’Auditorium Rai di Palermo. All’incontro erano presenti il sindaco Leoluca Orlando, il presidente del Centro Impastato Umberto Santino, i rappresentanti dei due partner del Memoriale, per la Rai Vincenzo Morgante e Salvatore Cusumano, per Banca Popolare Etica Claudia Ciccia.

«La creazione di questo spazio è parte di un più ampio percorso, fatto in sinergia con tutti coloro che si sono sempre impegnati nella lotta alla mafia, attraverso iniziative concrete, ma anche attraverso la raccolta di materiali, documentazione e carteggi», ha sottolineato il sindaco Orlando.
All’interno del palazzo saranno adibite al progetto due sale: una didattica e storica e l’altra espositiva avvalendosi delle tecnologie multimediali, un luogo in cui associazioni, liberi cittadini, giovani, scuole, e imprese possano confrontarsi per elaborare e sviluppare riflessioni, costruendo, proprio dal passato, una basse solida che possa garantire un senso civico e alimentare nei cittadini la necessità di arricchire le proprie conoscenze in merito.
Nelle altre stanze ci si potrà dedicare allo studio individuale o alla ricerca di gruppo, con il supporto del materiale didattico: archivi, cineteca,  biblioteca, emeroteca.

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venerdì 17 giugno 2016

Don Ciotti esalta l'impegno di Libera a Cascina Saetta: "Il cibo sia per tutti"

BOSCO MARENGO (AL) - Cascina Saetta un esempio concreto di come applicare l'enciclica Laudato sì di Papa Francesco. Lo ha sostenuto ieri il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, presente in provincia per visitare il primo bene del territorio confiscato alle mafie, in frazione Donna di Bosco Marengo. Qui l'associazione Parcival gestisce un impianto di acquaponica, un sistema che sostiene su due livelli distinti le coltivazioni di ortaggi come prezzemolo, basilico, pomodori e peperoni insieme a un acquario con gamberoni e pesci rossi. Sono proprio le deiezioni dei pesci a concimare le piante, consumando poca energia e acqua, da cambiare solo ogni sei mesi. "Nell'enciclica del Papa si sostiene la capacità di trovare strumenti nuovi per dare cibo a tutti" ha detto Don Ciotti "ricordo che l'80% dei semi nel mondo è in mano a cinque multinazionale e che negli ultimi anni il 60% degli ecosistemi è saltato. 500 milioni di piccoli agricoltori sono stati spazzati via" ha detto don Ciotti. Dal 2010 Cascina Saetta è diventata un baluardo della legalità ed è stata simbolicamente liberata ieri con l'alzabandiera dopo il discorso di Roberto Saetta, il figlio del giudice Antonino Saetta, morto in un attentato nel 1988 insieme all'altro figlio Stefano.

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giovedì 9 giugno 2016

Giovedì 16 giugno a Bosco Marengo Frazione Donna (AL)


L’associazione Parcival di Alessandria che gestirà il bene e il Comune di Bosco Marengo a cui esso è stato destinato dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati invitano le associazioni, le istitituzioni ed i cittadini tutti all'inaugurazione di "CASCINA SAETTA", bene confiscato e dedicato al riuso, intitolato alla memoria di Antonino e Stefano Saetta, vittime innocenti delle mafie.

La manifestazione è aperta a TUTTI e si terrà giovedì 16 giugno 2016 a partire dalle ore 18.00.


Fonte

lunedì 6 giugno 2016

Sabato 18 giugno


Un anno fa nasceva l'Osservatorio sulle mafie in Liguria, intitolato alla Memoria di Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo assassinato da Cosa Nostra il 21 luglio 1979. Un anno dopo ci ritroviamo, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, per festeggiare questo momento ma soprattutto per ragionare insieme, ancora una volta, sulla situazione delle mafie in Liguria.

Indirizzi di saluto:
Elena Fiorini - Assessore Legalità e Diritti Comune di Genova

Introduce e modera:
Stefano Busi - Libera Liguria

Intervengono:
Luca Traversa - Osservatorio "Boris Giuliano"
Pietro Mensi - Osservatorio "Boris Giuliano"
Marco Grasso - Secolo XIX
Donatella Albano - Commissione Parlamentare Antimafia
Michele Di Lecce - già Procuratore Capo di Genova

lunedì 23 maggio 2016

lunedì 9 maggio 2016

Peppino Impastato La verità uccisa due volte

Trent'anni fa l'omicidio del giovane di Cinisi commissionato dal boss Badalamenti
di Enrico Bellavia
Era un destino segnato quello di Peppino Impastato. Era nato a Cinisi in una famiglia di mafia. Il marito di sua zia, Cesare Manzella, era un boss di prima grandezza nel firmamento delle coppole. Suo padre, Luigi, aveva un amico che era il numero uno di Cosa nostra, Tano Badalamenti. Ma Peppino "il ribelle", militante di una sinistra che si componeva e si divideva, alimentando una galassia di sigle, partiti e movimenti, cambiò la sua sorte. E Tano Badalamenti diventò il mandante del suo assassinio.

La fine di Peppino, morto a 30 anni, il 9 maggio del 1978, 5 giorni prima della sua elezione a consigliere comunale di Cinisi nelle liste di Democrazia proletaria, impresse una decisa sterzata al corso della vita di chi gli sopravvisse. Di sua madre, Felicia Bartolotta e di suo fratello Giovanni, come di sua cognata Felicetta. Diventarono i custodi della sua memoria e insieme con Salvo Vitale e Umberto Santino, il fondatore del centro di documentazione antimafia, gli implacabili cacciatori di una verità evidente che in pochi intendevano riconoscere. Gli accusatori dei «Notissimi ignoti». Badalamenti, in primo luogo, il cui nome era stato indicato già dal palco nel primo comizio, tenuto due giorni dopo la scoperta del cadavere.

Ci sono voluti 23 anni perché Peppino Impastato diventasse con bollo di giustizia un morto di mafia. E quell´omicidio un delitto contro la parola. L´assassinio di un giornalista postumo. Perché Peppino fu iscritto all´albo professionale, quando finalmente Badalamenti, nel 1997, fu incriminato. Parlava Peppino. Parlava tanto in una Cinisi muta, sorda e cieca.
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giovedì 28 aprile 2016

Narcomafie

Secondo gli ultimi dati, sono almeno 70 i clan criminali che stanno accumulando ricchezze illecite attraverso il fenomeno dell'‪#‎usura‬, per un giro d'affari stratosferico. Denaro liquido, estorto soprattutto a imprenditori in difficoltà e facilmente riciclabile. Vent'anni fa, il 7 marzo, il Parlamento approvava di una legge, la 108, quella anti usura, che ha dotato il Paese di una norma fondamentale. Su ‪#‎Narcomafie‬ raccontiamo questo lungo cammino e l'esperienza di ‪#‎SosGiustizia‬ con gli articoli di Marika Demaria e Francesca Rubino.
Per leggere i pezzi puoi acquistare la rivista in pdf o i singoli articoli a questo link: http://www.narcomafie.it/la-rivista/



1996-2016. Da vent'anni, in Italia, c'è una legge, la 109, che prevede il riutilizzo a fini sociali dei beni sottratti ai mafiosi. Su ‪#‎Narcomafie‬ dedichiamo ampio spazio a questo anniversario speciale, con 8 pagine affidate a Tatiana Giannone, dell'ufficio beni confiscati di Libera Contro le Mafie
Per leggere i pezzi, puoi acquistare la rivista in pdf o i singoli articoli a questo link: http://www.narcomafie.it/la-rivista/
 
Per abbonamenti o per copie cartacee: abbonamenti@gruppoabele.org oppure redazione@narcomafie.it

domenica 24 aprile 2016

L'impegno e la formazione di E!State Liberi, pronti a scendere in campo?

Estate 2016: campi di impegno e formazione sui beni confiscati alle mafie

Migliaia di giovani scelgono ogni estate di fare un'esperienza di impegno e di formazione sui terreni e i beni confiscati alle mafie ed ora gestiti dalle cooperative sociali e dalle associazioni. Segno di una volontà diffusa di essere "protagonisti" e di voler tradurre i valori in impegno, con azioni concrete, di responsabilità e di condivisione.
L'obiettivo principale dei campi sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Si conosce e si realizza con questa esperienza una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. Caratteristica fondamentale di E!State Liberi è l'approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, le istituzioni e gli operatori delle cooperative sociali e delle associazioni che gestiscono i beni confiscati. L'esperienza dei campi di volontariato ha tre momenti di attività diversificate: le attività agricole o di risistemazione del bene, la formazione e l'incontro con il territorio per uno scambio interculturale.

E!State Liberi! è la rappresentazione più efficace della memoria che diventa impegno, è il segno tangibile del cambiamento necessario che si deve contrapporre alla "mafiosità materiale e culturale" dilagante nei nostri territori.
 

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