Una vita felice, fedele agli ideali di gioventù
Ingrao ha avuto una vita piena, intensa, felice, come sono le vite che realizzano gli ideali della gioventù.
Quell'amicizia nata in una piazza
Ci
siamo incontrati in occasioni di iniziative pubbliche quando era
presidente della Camera, negli anni Settanta. Ma una conoscenza più
profonda - oso dire, un'amicizia - nascerà più tardi. Posso indicare una
data: il 3 aprile 1999, giorno della grande manifestazione di Roma
contro i bombardamenti della Nato a Belgrado. Dopo aver parlato dal
palco, ci ritrovammo a farlo tra noi, a lungo, mentre la piazza poco a
poco si svuotava. Da quel giorno la mia stima e il mio affetto per lui
non hanno fatto che crescere.E un altro ricordo, il 20 giugno 2004,
giorno del saluto a Tom Benetollo. Quel ritrovarci nella sede dell'Arci e
scambiarci tanti dubbi, domande, interrogativi sul senso della vita e
della morte...
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mercoledì 30 settembre 2015
giovedì 17 settembre 2015
Ai Giovedì Culturali si parla della lotta alla criminalità organizzata
Giovedì 17 settembre a Cultura e Sviluppo il magistrato Antonello
Ardituro, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy
Bindi, il vicepresidente emerito della Corte costituzionale Fernanda
Contri, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Alessandria Mario D’Onofrio e il costituzionalista Renato Balduzzi
ALESSANDRIA – Riprendono il 17 settembre, le conferenze dei Giovedì Culturali all'associazione Cultura e Sviluppo. A partire dal libro del magistrato Antonello Ardituro sulla lotta alla camorra, Lo Stato non ha vinto. La camorra oltre i Casalesi (Laterza, Roma-Bari 2015), scritto in collaborazione con Dario Del Porto, giornalista de La Repubblica, si rifletterà e si dibatterà sulle conseguenze della diffusione in tutto il Paese della criminalità organizzata rispetto alla tenuta della vita democratica e all’attuazione della legalità costituzionale.
Insieme all’autore del libro, magistrato e componente del Consiglio superiore della magistratura interverranno Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, Fernanda Contri, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, Mario D’Onofrio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria. Introdurrà l’incontro e modererà il dibattito con il pubblico il professor Renato Balduzzi, costituzionalista e componente del Consiglio superiore della magistratura. L'incontro è organizzato in collaborazione con il Comitato per la Difesa della Costituzione, attivo anche nella provincia di Alessandria.
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ALESSANDRIA – Riprendono il 17 settembre, le conferenze dei Giovedì Culturali all'associazione Cultura e Sviluppo. A partire dal libro del magistrato Antonello Ardituro sulla lotta alla camorra, Lo Stato non ha vinto. La camorra oltre i Casalesi (Laterza, Roma-Bari 2015), scritto in collaborazione con Dario Del Porto, giornalista de La Repubblica, si rifletterà e si dibatterà sulle conseguenze della diffusione in tutto il Paese della criminalità organizzata rispetto alla tenuta della vita democratica e all’attuazione della legalità costituzionale.
Insieme all’autore del libro, magistrato e componente del Consiglio superiore della magistratura interverranno Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, Fernanda Contri, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, Mario D’Onofrio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria. Introdurrà l’incontro e modererà il dibattito con il pubblico il professor Renato Balduzzi, costituzionalista e componente del Consiglio superiore della magistratura. L'incontro è organizzato in collaborazione con il Comitato per la Difesa della Costituzione, attivo anche nella provincia di Alessandria.
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domenica 13 settembre 2015
La mafia dell’antimafia e i meriti di Telejato e Pino Maniaci
A Palermo sta succedendo un bordello. Quando tra gli indagati c’è un
presidente di una sezione del tribunale (in questo caso Silvana Saguto
che si occupa di misure di prevenzione) significa che qualcosa di odioso
sta accadendo: arricchirsi sui beni confiscati è un tradimento triplo:
alla legge, all’etica e a Pio La Torre.
Eppure questa storia che riempi i giornali è stata raccontata per la prima volta da Pino Maniaci e la sua piccola Telejato. E non ho potuto non ricordarlo in questo articolo:
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Eppure questa storia che riempi i giornali è stata raccontata per la prima volta da Pino Maniaci e la sua piccola Telejato. E non ho potuto non ricordarlo in questo articolo:
Eppure ricordo benissimo i sorrisini che accompagnavano le denunce di Pino Maniaci come se in fondo un giornalista così poco pettinato, così puzzolente di sigarette e fuori dall’antimafia borghese avesse una credibilità tutta da dimostrare. Non bastano le minacce, non bastano le inchieste: nel salotto buono dell’antimafia ci entri solo se hai imparato le buone maniere, le cortesie istituzionali e la moderazione. Mica per niente uno come Peppino Impastato ci avrebbe pisciato sopra all’antimafia di maniera che va forte in questi anni. E anche Pino Maniaci, certamente. Ora che l’indagine è in corso (ed è “terribilmente seria” come ci dice qualcuno dagli uffici appena perquisiti nel Tribunale di Palermo) partirà la solita litania dei contriti che piangeranno lacrime di polistirolo.
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