Una vita felice, fedele agli ideali di gioventù
Ingrao ha avuto una vita piena, intensa, felice, come sono le vite che realizzano gli ideali della gioventù.
Quell'amicizia nata in una piazza
Ci
siamo incontrati in occasioni di iniziative pubbliche quando era
presidente della Camera, negli anni Settanta. Ma una conoscenza più
profonda - oso dire, un'amicizia - nascerà più tardi. Posso indicare una
data: il 3 aprile 1999, giorno della grande manifestazione di Roma
contro i bombardamenti della Nato a Belgrado. Dopo aver parlato dal
palco, ci ritrovammo a farlo tra noi, a lungo, mentre la piazza poco a
poco si svuotava. Da quel giorno la mia stima e il mio affetto per lui
non hanno fatto che crescere.E un altro ricordo, il 20 giugno 2004,
giorno del saluto a Tom Benetollo. Quel ritrovarci nella sede dell'Arci e
scambiarci tanti dubbi, domande, interrogativi sul senso della vita e
della morte...
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mercoledì 30 settembre 2015
giovedì 17 settembre 2015
Ai Giovedì Culturali si parla della lotta alla criminalità organizzata
Giovedì 17 settembre a Cultura e Sviluppo il magistrato Antonello
Ardituro, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy
Bindi, il vicepresidente emerito della Corte costituzionale Fernanda
Contri, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Alessandria Mario D’Onofrio e il costituzionalista Renato Balduzzi
ALESSANDRIA – Riprendono il 17 settembre, le conferenze dei Giovedì Culturali all'associazione Cultura e Sviluppo. A partire dal libro del magistrato Antonello Ardituro sulla lotta alla camorra, Lo Stato non ha vinto. La camorra oltre i Casalesi (Laterza, Roma-Bari 2015), scritto in collaborazione con Dario Del Porto, giornalista de La Repubblica, si rifletterà e si dibatterà sulle conseguenze della diffusione in tutto il Paese della criminalità organizzata rispetto alla tenuta della vita democratica e all’attuazione della legalità costituzionale.
Insieme all’autore del libro, magistrato e componente del Consiglio superiore della magistratura interverranno Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, Fernanda Contri, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, Mario D’Onofrio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria. Introdurrà l’incontro e modererà il dibattito con il pubblico il professor Renato Balduzzi, costituzionalista e componente del Consiglio superiore della magistratura. L'incontro è organizzato in collaborazione con il Comitato per la Difesa della Costituzione, attivo anche nella provincia di Alessandria.
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ALESSANDRIA – Riprendono il 17 settembre, le conferenze dei Giovedì Culturali all'associazione Cultura e Sviluppo. A partire dal libro del magistrato Antonello Ardituro sulla lotta alla camorra, Lo Stato non ha vinto. La camorra oltre i Casalesi (Laterza, Roma-Bari 2015), scritto in collaborazione con Dario Del Porto, giornalista de La Repubblica, si rifletterà e si dibatterà sulle conseguenze della diffusione in tutto il Paese della criminalità organizzata rispetto alla tenuta della vita democratica e all’attuazione della legalità costituzionale.
Insieme all’autore del libro, magistrato e componente del Consiglio superiore della magistratura interverranno Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, Fernanda Contri, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, Mario D’Onofrio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria. Introdurrà l’incontro e modererà il dibattito con il pubblico il professor Renato Balduzzi, costituzionalista e componente del Consiglio superiore della magistratura. L'incontro è organizzato in collaborazione con il Comitato per la Difesa della Costituzione, attivo anche nella provincia di Alessandria.
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domenica 13 settembre 2015
La mafia dell’antimafia e i meriti di Telejato e Pino Maniaci
A Palermo sta succedendo un bordello. Quando tra gli indagati c’è un
presidente di una sezione del tribunale (in questo caso Silvana Saguto
che si occupa di misure di prevenzione) significa che qualcosa di odioso
sta accadendo: arricchirsi sui beni confiscati è un tradimento triplo:
alla legge, all’etica e a Pio La Torre.
Eppure questa storia che riempi i giornali è stata raccontata per la prima volta da Pino Maniaci e la sua piccola Telejato. E non ho potuto non ricordarlo in questo articolo:
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Eppure questa storia che riempi i giornali è stata raccontata per la prima volta da Pino Maniaci e la sua piccola Telejato. E non ho potuto non ricordarlo in questo articolo:
Eppure ricordo benissimo i sorrisini che accompagnavano le denunce di Pino Maniaci come se in fondo un giornalista così poco pettinato, così puzzolente di sigarette e fuori dall’antimafia borghese avesse una credibilità tutta da dimostrare. Non bastano le minacce, non bastano le inchieste: nel salotto buono dell’antimafia ci entri solo se hai imparato le buone maniere, le cortesie istituzionali e la moderazione. Mica per niente uno come Peppino Impastato ci avrebbe pisciato sopra all’antimafia di maniera che va forte in questi anni. E anche Pino Maniaci, certamente. Ora che l’indagine è in corso (ed è “terribilmente seria” come ci dice qualcuno dagli uffici appena perquisiti nel Tribunale di Palermo) partirà la solita litania dei contriti che piangeranno lacrime di polistirolo.
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mercoledì 29 luglio 2015
29 luglio 1983: a Palermo Cosa Nostra uccide il giudice Chinnici, padre del pool antimafia
"La mafia uccide ancora, assassinati a Palermo un giudice e tre persone": titolava così l'edizione del Tg siciliano di 32 anni fa: quel giorno d'estate, il 29 luglio, in via Pipitone Federico, a Palermo, un'autobomba uccise il giudice Rocco Chinnici, 58 anni, capo dell’ufficio istruzione del tribunale e "padre" del pool antimafia di Falcone e Borsellino. Insieme al consigliere istruttore muoiono il portiere del palazzo, Stefano Li Sacchi, e due uomini della scorta, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta. Poco tempo prima di morire Chinnici disse: "Io non ho paura della morte… e so benissimo che possono colpirmi in ogni momento”. Rivediamo l'edizione della Tgr Sicilia di allora
martedì 7 luglio 2015
Stop al vitalizio agli ex parlamentari condannati per mafia e corruzione
Vittoria confermata
Questa petizione ha creato un cambiamento con 522.991 sostenitori!
Basta una semplice modifica dei Regolamenti del Senato e della Camera per cancellare una vergogna: il pagamento dei vitalizi a senatori e deputati condannati in via definitiva per gravi reati, come mafia, corruzione, truffe con fondi pubblici e frodi fiscali.
Riparte il futuro e più di mezzo milione di cittadini chiedono da tempo a gran voce che tutti i dipendenti pubblici e i rappresentanti politici siano chiamati a rispettare codici etici più efficaci e concretamente applicati.
Deputati e senatori sono chiamati a dare l’esempio, stabilendo la cessazione immediata di qualsiasi erogazione di denaro pubblico nei confronti di chi si è reso responsabile di questa vera e propria violazione dell’articolo 54 della Costituzione, secondo il quale il mandato istituzionale va assolto “con disciplina e onore”.
Firma ora per chiedere la sospensione di qualsiasi vitalizio ai politici condannati.
Riparte il futuro è una campagna promossa da Libera e Gruppo Abele.
www.riparteilfuturo.it
Riparte il futuro e più di mezzo milione di cittadini chiedono da tempo a gran voce che tutti i dipendenti pubblici e i rappresentanti politici siano chiamati a rispettare codici etici più efficaci e concretamente applicati.
Deputati e senatori sono chiamati a dare l’esempio, stabilendo la cessazione immediata di qualsiasi erogazione di denaro pubblico nei confronti di chi si è reso responsabile di questa vera e propria violazione dell’articolo 54 della Costituzione, secondo il quale il mandato istituzionale va assolto “con disciplina e onore”.
Firma ora per chiedere la sospensione di qualsiasi vitalizio ai politici condannati.
Riparte il futuro è una campagna promossa da Libera e Gruppo Abele.
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Corretti, non corrotti
sabato 27 giugno 2015
30 GIUGNO: Don Ciotti a Montecitorio per il reddito di dignità
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
27 giu 2015 — Se molti non ascoltano le voci fuori dal parlamento allora andiamo a dire la nostra in parlamento
il 30 giugno saremo a Montecitorio con Don Ciotti per discutere di reddito di dignità con tutte le forze politiche che hanno saputo ascoltare e confrontarsi e con le associazioni che hanno sostenuto la campagna in questi mesi.
Intervengono:
don Luigi Ciotti, presidente di Libera;
Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale campagna Miseria Ladra, Libera/Gruppo Abele,
Sandro Gobetti, Bin Italia;
on Alessandro Di Battista, Movimento Cinque Stelle;
sen. Nunzia Catalfo, commissione Lavoro M5S;
on Arturo Scotto, capogruppo alla Camera Sel – Sinistra Ecologia Libertà;
sen. Loredana De Petris commissione Lavoro Sel – Sinistra Ecologia Libertà;
on Enza Bruno Bossiop Partito Democratico Sinistra Riformista
on Civati “Possibile”;
Stefano Iandiorio, Cilap
Riccardo Laterza, Rete della Conoscenza;
Filippo Miraglia, Arci
Elena Monticelli, Act!;
Mapi Pizzolante, Tilt.
Sono invitati ad intervenire tutti i Parlamentari che non hanno ancora aderito alla campagna per il Reddito di Dignità e che vogliano comunicarlo nell’occasione dell’assemblea.
il 30 giugno saremo a Montecitorio con Don Ciotti per discutere di reddito di dignità con tutte le forze politiche che hanno saputo ascoltare e confrontarsi e con le associazioni che hanno sostenuto la campagna in questi mesi.
Intervengono:
don Luigi Ciotti, presidente di Libera;
Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale campagna Miseria Ladra, Libera/Gruppo Abele,
Sandro Gobetti, Bin Italia;
on Alessandro Di Battista, Movimento Cinque Stelle;
sen. Nunzia Catalfo, commissione Lavoro M5S;
on Arturo Scotto, capogruppo alla Camera Sel – Sinistra Ecologia Libertà;
sen. Loredana De Petris commissione Lavoro Sel – Sinistra Ecologia Libertà;
on Enza Bruno Bossiop Partito Democratico Sinistra Riformista
on Civati “Possibile”;
Stefano Iandiorio, Cilap
Riccardo Laterza, Rete della Conoscenza;
Filippo Miraglia, Arci
Elena Monticelli, Act!;
Mapi Pizzolante, Tilt.
Sono invitati ad intervenire tutti i Parlamentari che non hanno ancora aderito alla campagna per il Reddito di Dignità e che vogliano comunicarlo nell’occasione dell’assemblea.
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Mancano ancora 73.723 firme per raggiungere 150.000
giovedì 11 giugno 2015
200 banchetti in tutt'Italia: 20mila firme per il reddito in una sola giornata
Aggiornamento sulla petizione
Una grande giornata di partecipazione, impegno e democrazia; si conclude con un bilancio estremamente positivo la giornata nazionale della dignità e per il reddito dello scorso sabato 6 giugno. Da nord a sud del paese la giornata nazionale per la dignità e per il reddito ha coinvolto più di 200 piazze italiane, raccogliendo oltre 20 mila firme a sostegno della piattaforma della campagna promossa da Libera nell'ambito della campagna per il Reddito di Dignità lanciata lo scorso marzo insieme al Gruppo Abele e con la partecipazione di BIN Italia, del Cilap e sostenuta da centinaia di cooperative, associazioni del volontariato e del mondo studentesco.
Con questa mobilitazione e con migliaia di firme chiediamo con urgenza una buona legge sul reddito di cittadinanza o minimo garantito, come già avviene in tutta Europa con la sola esclusione dell'Italia e della Grecia. Firme che si aggiungono alle oltre 70 mila raccolte con la petizione on line negli ultmi due mesi. Migliaia di attivisti impegnati ai banchetti in attività informative e nella raccolta firme hanno ancora una volta evidenziato la necessitù di mettere al centro dell'agenda politica del paese il contrasto alle diseguaglianze, alle mafie ed alla corruzione. Sette anni di crisi dal 2008 hanno prodotto infatti il raddoppio della povertà ed un aumento enorme delle diseguaglianze come indacato dai dati Istat, Eurostat ed OCSE. Le risposte messe in campo per fronteggiare l'aumento delle diseguaglianze sono state palesemente sbagliate ed è tempo di cambiare decisamente rotta. Davanti all'esplosione di diseguaglianze e povertà il fondo sociale è stato tagliato dal 2008 al 2014 del 58% e non è stato dato seguito alla richiesta europea avanzata già nel 2005 di introdurre il reddito di cittadinanza o minimo garantito anche nel nostro paese.
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Mancano ancora 1.445 firme per raggiungere 75.000 |
Una grande giornata di partecipazione, impegno e democrazia; si conclude con un bilancio estremamente positivo la giornata nazionale della dignità e per il reddito dello scorso sabato 6 giugno. Da nord a sud del paese la giornata nazionale per la dignità e per il reddito ha coinvolto più di 200 piazze italiane, raccogliendo oltre 20 mila firme a sostegno della piattaforma della campagna promossa da Libera nell'ambito della campagna per il Reddito di Dignità lanciata lo scorso marzo insieme al Gruppo Abele e con la partecipazione di BIN Italia, del Cilap e sostenuta da centinaia di cooperative, associazioni del volontariato e del mondo studentesco.
Con questa mobilitazione e con migliaia di firme chiediamo con urgenza una buona legge sul reddito di cittadinanza o minimo garantito, come già avviene in tutta Europa con la sola esclusione dell'Italia e della Grecia. Firme che si aggiungono alle oltre 70 mila raccolte con la petizione on line negli ultmi due mesi. Migliaia di attivisti impegnati ai banchetti in attività informative e nella raccolta firme hanno ancora una volta evidenziato la necessitù di mettere al centro dell'agenda politica del paese il contrasto alle diseguaglianze, alle mafie ed alla corruzione. Sette anni di crisi dal 2008 hanno prodotto infatti il raddoppio della povertà ed un aumento enorme delle diseguaglianze come indacato dai dati Istat, Eurostat ed OCSE. Le risposte messe in campo per fronteggiare l'aumento delle diseguaglianze sono state palesemente sbagliate ed è tempo di cambiare decisamente rotta. Davanti all'esplosione di diseguaglianze e povertà il fondo sociale è stato tagliato dal 2008 al 2014 del 58% e non è stato dato seguito alla richiesta europea avanzata già nel 2005 di introdurre il reddito di cittadinanza o minimo garantito anche nel nostro paese.
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venerdì 5 giugno 2015
martedì 26 maggio 2015
Reddito di dignità! Per ridurre povertà e diseguaglianze e contrastare le mafie.
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie |
Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta.
Ci sono diverse proposte di legge depositate al Senato. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: il parlamento può e deve prendere una decisione tanto semplice quanto storica.
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Ce la possiamo fare: diffondi la campagna sui social network
6 giugno: giornata nazionale della dignità e per il reddito
sabato 23 maggio 2015
Memoria e impegno
Sono trascorsi 23 anni da quel 23 Maggio a Capaci, quando l'ordigno
nascosto dalla mafia sotto il manto dell'autostrada, su commissione di
potenti mandanti rimasti ancora nell'ombra, spense la vita di Giovanni
Falcone, di sua moglie Francesca, degli agenti di scorta Di Cillo,
Montinaro, Schifani. Vogliamo ricordare quella data, quei volti e quelle
storie attraverso le tante iniziative organizzate nel Paese.
Desio (MB): L'antimafia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
venerdì 22 maggio 2015
DDL Anticorruzione diventa Legge. Libera: "Una riforma che non poteva più attendere ma da completare"
"Una riforma che non poteva più attendere ma da completare: più nettezza per rescindere i legami tra mafia, corruzione e politica. Un testo che presenta aspetti positivi ma lacunoso in altri. Finalmente torna a essere perseguibile penalmente il falso in bilancio senza prevedere soglie e con la procedibilità d'ufficio, ma sarebbe stato bene accogliere l'emendamento che innalzava fino a sei anni le pene per le società non quotate, per permettere le intercettazioni. Importante sia il potenziamento dell'Autorità nazionale anticorruzione all'insegna della trasparenza e degli scambi di informazioni con la magistratura, che vanno a migliorare le sue azioni di controllo sia la restituzione del maltolto per accedere al patteggiamento e alla sospensione della pena. Inoltre l'aumento delle pene per i delitti di corruzione e criminalità organizzata può indirizzare il legislatore ad inasprire, mantenendo una giusta proporzione, anche quelle previste per il 416 ter, il voto di scambio politico mafioso. E' importante che all'aumento delle pene, che fungono da deterrente, si accompagnino certezza del diritto e maggiori garanzie di trasparenza nell'economia e nella finanza. "Inaccettabile se l'approvazione di questa norma comportasse un passo indietro sulla prescrizione al Senato, da cui arrivano notizie di gravi peggioramenti del testo e delude l'assenza di una norma sul whistleblowing, ossia la tutela di chi segnala casi di corruzione sul luogo di lavoro. Con la campagna Riparte il Futuro promossa insieme al Gruppo Abele sottoscritta da oltre un milione di cittadini continueremo a vigilare per tenere alta l'attenzione sui temi della lotta alla corruzione. In una nota Libera sul Ddl anticorruzione diventata legge con il voto alla Camera.
Fonte
giovedì 14 maggio 2015
Reddito di dignità! Per ridurre povertà e diseguaglianze e contrastare le mafie.
Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili.
Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta.
Ci sono diverse proposte di legge depositate al Senato. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: il parlamento può e deve prendere una decisione tanto semplice quanto storica.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi.
È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”. Sono passati cinque anni e nulla è successo.
Milioni di italiani/e non possono più aspettare.
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Finalmente anche nelle istituzioni si parla di reddito: il traguardo è più vicino.
venerdì 8 maggio 2015
VITTORIA! Stop vitalizio a deputati e i senatori condannati
Grazie
alle vostre 520.000 firme, consegnate due giorni fa ai Presidenti
Boldrini e Grasso, è stato fatto un grande passo in avanti.
Dopo l'approvazione della delibera da parte degli Uffici di presidenza del Senato e della Camera infatti, non
riceveranno più il vitalizio i deputati e i senatori condannati, in via
definitiva, a pene superiori a due anni di reclusione per tutti i
delitti di mafia e per tutti i delitti che vanno dal peculato alla
concussione.
Il
vitalizio non sarà più erogato neanche ai parlamentari condannati a due
anni di reclusione per tutti gli altri delitti che hanno una pena
massima prevista di 6 anni.
Si poteva fare meglio? Sicuramente sì,
ad esempio introducendo l'abuso d'ufficio. Oppure inserendo reati con
pena massima di 5 anni, per i quali scattano le intercettazioni
telefoniche e ambientali, come pure abbiamo proposto. Poteva andare
peggio? E' ancora più sicuro: se nemmeno questa delibera fosse stata
approvata tutto sarebbe rimasto come prima. Con il vitalizio pagato a
chi ha subito condanne definitive per reati gravi.
Anche
per quanto riguarda la riabilitazione, che è prevista dal Codice penale
per tutti i cittadini e che viene decisa dal Tribunale di Sorveglianza,
cioè dalla magistratura, Libera ha proposto che si modifichino gli
articoli del Codice penale, prevedendo, come si farà per il
patteggiamento, che non sia possibile la "riabilitazione" se non si è
restituito almeno il maltolto. La battaglia continua ma un primo passo in avanti è stato fatto.
È
stata una lunga battaglia. Una battaglia durante la quale non vi siete
limitati a firmare contribuendo a creare la più grande petizione della
storia del web italiano, ma durante la quale avete costantemente condiviso gli aggiornamenti, reclutato nuovi firmatari, sollecitato con twitter i decisori, partecipato a dimostrazioni offline.
Grazie
Libera via Change.org
giovedì 7 maggio 2015
Video appello Luigi Ciotti: "Stop vitalizio ai politici condannati per mafia e corruzione". Oggi sit in alle 13.30 a Montecitorio
Oggi 7 maggio alle ore 13.30 Piazza Montecitorio Sit in di Riparte il
futuro di Libera e Gruppo Abele. Scendi in piazza con noi per dire stop
ai vitalizi ai condannati per mafia e corruzione.
In un video appello Don Luigi Ciotti si rivolge ai Parlamentari in vista della convocazione della decisione di oggi sull'abolizione dei vitalizi ai parlamentari condannati con sentenza definitiva per gravi reati.
“Dobbiamo cancellare una vergogna, una grave vergogna e dire insieme Via ai vitalizi per gli ex parlamentari condannati in via definitiva per mafia e corruzione. Dire basta è fondamentale per ricostruire un rapporto di fiducia verso le istituzioni democratiche che hanno bisogno di chiarezza e di trasparenza. Oggi piu' che mai. Sono 500 mila i cittadini che hanno assunto la loro parte di responsabilità firmando la petizione di Riparte il Futuro promossa da Libera e Gruppo Abele e che chiedono a voi parlamentari di assumervi la vostra parte di responsabilità. Insieme per cancellare questo privilegio assurdo per chi ha violato l’articolo 54 della Costituzione, che obbliga ogni cittadino a cui vengono affidate funzioni pubbliche di assolverle “con dignità e onore”. C'è bisogno di dare un segnale di coerenza, di assunzione di impegno forte di fronte ad un paese che è fortemente impoverito e che non puo' affrontare questa vergogna. Fate in fretta perchè abbiamo già perso troppo tempo".
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In un video appello Don Luigi Ciotti si rivolge ai Parlamentari in vista della convocazione della decisione di oggi sull'abolizione dei vitalizi ai parlamentari condannati con sentenza definitiva per gravi reati.
“Dobbiamo cancellare una vergogna, una grave vergogna e dire insieme Via ai vitalizi per gli ex parlamentari condannati in via definitiva per mafia e corruzione. Dire basta è fondamentale per ricostruire un rapporto di fiducia verso le istituzioni democratiche che hanno bisogno di chiarezza e di trasparenza. Oggi piu' che mai. Sono 500 mila i cittadini che hanno assunto la loro parte di responsabilità firmando la petizione di Riparte il Futuro promossa da Libera e Gruppo Abele e che chiedono a voi parlamentari di assumervi la vostra parte di responsabilità. Insieme per cancellare questo privilegio assurdo per chi ha violato l’articolo 54 della Costituzione, che obbliga ogni cittadino a cui vengono affidate funzioni pubbliche di assolverle “con dignità e onore”. C'è bisogno di dare un segnale di coerenza, di assunzione di impegno forte di fronte ad un paese che è fortemente impoverito e che non puo' affrontare questa vergogna. Fate in fretta perchè abbiamo già perso troppo tempo".
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martedì 5 maggio 2015
Stop al vitalizio agli ex parlamentari condannati per mafia e corruzione
Basta una semplice modifica dei Regolamenti del Senato e della Camera per cancellare una vergogna: il pagamento dei vitalizi a senatori e deputati condannati in via definitiva per gravi reati, come mafia, corruzione, truffe con fondi pubblici e frodi fiscali. Riparte il futuro e più di mezzo milione di cittadini chiedono da tempo a gran voce che tutti i dipendenti pubblici e i rappresentanti politici siano chiamati a rispettare codici etici più efficaci e concretamente applicati.
Deputati e senatori sono chiamati a dare l’esempio, stabilendo la cessazione immediata di qualsiasi erogazione di denaro pubblico nei confronti di chi si è reso responsabile di questa vera e propria violazione dell’articolo 54 della Costituzione, secondo il quale il mandato istituzionale va assolto “con disciplina e onore”.
Firma ora per chiedere la sospensione di qualsiasi vitalizio ai politici condannati.
Riparte il futuro è una campagna promossa da Libera e Gruppo Abele.
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